Il Presidente di UFC ha tenuto una masterclass per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera.
Il 30 Settembre Paolo Genovese è statoospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. “La creatività è un elemento fondamentale per guardare le cose in modo diverso” ha detto per poi lasciarsi andare ad alcuni ricordi curiosi sugli esordi.
“Vi racconto un episodio che mi ha segnato la vita. Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.
Come ha sottolineato Paolo Ruffini nella prima giornata di Castiglione del Cinema 2023 anche Paolo Genovese sostiene che ci vorrebbe “un bagno di umiltà nel capire che il bello e il brutto sono un concetto oggettivo. Nel cinema è normale che qualcuno può aver amato follemente un film che magari a me non è piaciuto. Ci sono dei mestieri oggettivi mentre questo è un mestiere soggettivo”. Genovese ha spesso diretto film corali con cast ricchi di personaggi interpretati da attori di grande esperienza. A tal proposito ha condiviso con il pubblico una riflessione interessante: “Quando scrivo una sceneggiatura non penso mai all’attore che andrà ad interpretarla. Il rischio che c’è è quello di avere difficoltà a creare veri personaggi cinematografici. Personalmente ho paura di essere influenzato dalle caratteristiche di un attore in fase di scrittura. Gli attori tendono a stare nella loro comfort zone e fare ruoli vicini alla loro indole, ma recitare per me è essere altro da se stessi. A volte infatti io vado in controtendenza scegliendo attori con caratteristiche diverse” ha detto il regista, aggiungendo che “la sceneggiatura è come un manuale di Ikea”.
Perfetti Sconosciuti è stato sicuramente un grande successo di cui sono stati realizzati remake in tutto il mondo. “Sono terrorizzato dal rifare qualcosa di già visto, spero sempre di raccontare storie che siano nuove per me per primo” ha detto, confessando di aver odiato l’adattamento di Alex De La Iglesia perché “ha stravolto la storia” mentre si è divertito molto a vedere i remake cinese e coreano. In chiusura ha ripercorso i suoi inizi con gli spot pubblicitari: “Lo spot in fondo è un’analisi sociale per capire di cosa si ha bisogno, si fanno persino riunioni psicologiche e creative”. Inevitabile una battuta sul recente spot dell’Esselunga del quale il regista ha detto: “tutti possono dire tutto e tutti hanno bisogno di dire tutto, strumentalizzando spesso il pensiero anche quando non c’entra assolutamente niente con il contenuto. Io ci sono passato con lo spot del parmigiano reggiano”.